Le recensioni di Tea

Le prime poesie di questo libro sono bellissime, forti, piene di vita. Poi la Cvetaeva si perde, secondo me, in questioni politiche... Sarà che io le poesie le scrivo, ma quelle altrui non le capisco. Comunque la Cvetaeva è pur sempre una buona penna.

Questo libro è un pugno nello stomaco. Il padre di Catena, la protagonista, a cui lei è molto legata, muore. Continuerà a vivere con la madre, le sorelle e lo zio nella stessa casa, ma nessuno la ama. Anzi, la chiamano "strega" per la sua passione per l'erbologia. È scritto bene, ma non mi è piaciuto molto. Forse troppo surreale.

Una sera viene trovata morta una signora, madre di Ebe, a cui è stato diagnosticato da tempo un Disturbo Borderline di Personalità. Sul suo volto, tracce di sangue della madre. Inizierà così il cosiddetto "processo Siberia". Non amo molto i thriller, ma questo mi è sembrato scorrevole e interessante, l'autore sembra capire molto bene la situazione che vive ogni persona con diagnosi di BPD.

Una silloge poetica sullo scopo della vita che, come scrive il poeta, "è quello di dare un senso alla morte", "per il tempo di una boccata di sigaretta". Le poesie si susseguono tra immagini forti ed ossimori, cogliendo il senso di una vita dove, scrive ancora Tricarico, "ho imparato a dormire ad occhi aperti, per non perdere nulla della meraviglia". Ed è proprio nella meraviglia delle piccole cose, che il poeta Tricarico ci accompagna, prendendoci quasi per mano "perché c'è differenza fra voler bene e amare", scrive ancora nell'ultima poesia, e che "la mia assenza non è un addio".

        Un libro di poesie che mi è piaciuto molto. Francesca Ghiribelli passa attraverso il buio, senza mai dimenticare che la luce c'è, esiste.  La sua poesia è piena di immagini forti, a volte ossimori.  Alcune poesie sono davvero belle, ti rimangono dentro!